Il noto medievalista Agostino Paravicini Bagliani, che ha tenuto anche una conferenza al RIGG, ha descritto la messa in scena della morte e della sepoltura dei papi nel Medioevo e nel Rinascimento nel suo famoso libro “Il corpo del Papa”.

Alla luce dei recenti avvenimenti, si può solo dire: niente di nuovo sotto il sole. Paravicini presenta un ritratto della morale più che mai attuale. Tratta in dettaglio il ritardo della vecchiaia del papa, la scenografia del palazzo, i riti funebri, il Novemdiale e, come coronamento, il papa santo.

Scrive del rituale di lutto di nove giorni, il Novemdiale:

“I motivi reali per l'adozione e l'organizzazione della deposizione pubblica e del Novemdiale erano ecclesiologici e istituzionali. Il Novemdiale permetteva di rendere visibili due 'corpi': quello del papa defunto, che veniva deposto in pubblico a volto scoperto, e il 'corpo' della Chiesa, rappresentato - altrettanto visibilmente - dal Collegio cardinalizio.

Non a caso Gregorio X, all'inizio del suo cerimoniale, ricorda la frase di Damiani sulla brevità della vita di un papa:

“Poiché la vita di qualsiasi governante è breve, anche i vescovi romani muoiono dopo poco tempo, loro che sono al vertice della gerarchia sub-gerarchica”.

Gregorio insiste sulla necessità della continuità dell'istituzione:

Gregorio insiste sulla necessità della continuità dell'istituzione:

Una gerarchia così illustre non deve essere acefala, come se fosse un mostro”.

Qualche anno prima, Enrico di Susa aveva già chiesto con forza che i cardinali avessero il dovere di seppellire il papa defunto prima di eleggere un nuovo papa”..

la campana a morto per francesco